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Proverbi Veneti

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Magna e bevi che la vita xe un lampo.
Mangia e bevi che la vita è breve.

A voler saver de tuto, xè destin, se sa anca de freschin!
Voler sapere di tutto, è destino, si sa anche di freschino.

Meio morir bevui che magnai.
Meglio morire ubriachi che mangiati.

Porco passùo no crede a l'afamà.
Maiale pasciuto non crede all'affamato.

A la sera ciochi, a la matina bisi.
Alla sera ubriachi, alla mattina storditi.

Le disgrazie xe sempre pronte, come le tole dele osterie.
Le disgrazie sono sempre pronte, come i tavoli delle osterie.

Dòna zóena, vin vècio.
Donna giovane, vino vecchio.

Pan padovan, vini visentini, tripe trevisane e done veneziane.
Pane padovano, vini vicentini, trippe trevigiane e donne veneziane.

Chi ga inventà el vin, se nol xe in Paradiso, el xe vissìn.
Chi ha inventato il vino, se non è in Paradiso, è lì vicino.

Val depí an ora de alegría que zhento de malinconía.
Vale più un'ora di allegria che cento di malinconia.

Tronba di culo, sanitá di corpo; yúteme culo, se no son morto.
I rumori del culo danno sanità al corpo; aiutami culo altrimenti sono morto.

Tant maña zhincue que síe.
Tanto mangiano in cinque che in sei.

Prima i me dent e dopo i me parént.
Prima i miei denti e poi i miei parenti.

Polenta e formái, ma a caxa soa.
Polenta e formaggio ma a casa propria.
 
Pitóst crepapanzha que roba vanzha.
E' meglio mangiare a crepapelle che far avanzare cibo.

Par la boca se scalda al forno.
Attraverso la bocca si scalda il forno (lo stomaco).

Mai mañar tut cuel que se á; mai créder tut cuel que se dis; mai dir tut cuel que se sa.
Mai mangiare tutto ciò che si ha; mai credere a tutto ciò che si dice; mai dire tutto ciò che si sa.

La menestra riscaldada no la é mai bona.
La minestra riscaldata non è mai buona.

I faxúi e la polenta i é la carne de la dente poareta.
I fagioli e la polenta sono la carne dei poveri.

Cuel que se maña co gusto, no l fá mai mal.
Ciò che si mangia con gusto non fa mai male.

Cuel que bíu ben, al dorm ben; e cuel que dorm ben, no l fá pecá; ma cuel que no fá pecá, al nda in paradixo: elora beón fin que crepòn.
Chi ben beve, ben dorme; chi ben dorme non fa del male; chi non fa del male va in paradiso: allora beviamo bene finchè moriamo.

Co no guen é pi polenta, le é bone anca le cróstole.
Quando non c'è più polenta son buone anche le croste.

Co la barba la tra al bianquín, asa la zhémena e trate a al vin.
Quando la barba imbianca lascia la femmina e buttati nel vino.

Al acua la inmarzhís i pai.
L'acqua marcisce i pali.

A tuti gue pias véder al choc in piazha, ma que no l sía de la so razha.
A tutti piace vedere l'ubriaco in piazza ma che non sia della sua famiglia.

A al choc tuti i ol dargue da bêr.
All'ubriaco tutti vogliono dar da bere.

Quando tuti te dise imbriago, va a leto.
Quando tutti ti dicono ubriaco, va a letto.

Co' piove e co' scravassa bàcaro pien e voda la piassa.
Quando piove e c'è bufera è vuota la piazza e piena l'osteria.