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Ostaria Primavera

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OSTARIA PRIMAVERA in Gattamarza – Buona insalata
( seguito dell’episodio < OSTARIA L’ORSO ) 

DISPONIBILE ANCHE LA VIDEONOVELLA

< Meglio che non rientrate a casa vostra, Mastro, nel caso qualcuno dei forestieri avesse chiesto in giro di voi. E’ gente pericolosa. Il sicario, caduto dalle impalcature, lavorava per quell’uomo dal profilo affilato che gli sedeva accanto : un Capitano di Ventura dei napoletani. Egli non vedendo tornare il suo uomo, che avrebbe dovuto uccidervi, uscì dall’Ostaria ed io uscii dalla cucina… Mentre seguivo un buon samaritano che trasportava in spalla un uom erudito e sfortunato m’accorsi che qualcuno seguiva me! - e si stringe nelle spalle.
< Tutto questo trambusto per una consegna di non so cosa a Forlì? Non vi pare troppo? - < Abbiam la prova che per mantenerne il segreto non esiteranno a cacciarvi un po’ di lama in corpo…– e dopo un attimo aggiunge, allegramente : - E magari non solo a voi! Bocca chiusa con lo Scannabecchi, che ha le sue spie in ogni dove -
Gli chiedo com’abbia fatto a truccarsi da nobile e lui ridacchia nella penombra:
< Una cicatrice fasulla ed un bel vestito: tutto qui. Roba da guitti.- e poi, cambiando tono: - Passerete la notte all’Ostaria Primavera all’angolo di via Sant’Apollonia –
Gli faccio notare che l’Ostaria è tra le più care in Bologna che è ben risaputo abbia belle stanze, grande stalla e, addirittura, rimessa per le carrozze.
< I forestieri non vi cercheranno qua, di sicuro – poi aggiunge: - L’Oste mi deve qualche favore, ma a me l’insalata non piace molto!. Non avrete la miglior stanza, ma non sarete registrato ed avrete un’uscita di “comodo” sui tetti. Ma non ve ne sarà di bisogno – poi
accenna, fischiettando, un motivetto lascivo e da un angolo in penombra qualcuno risponde con allegria. Lui annuisce e bussa al portone dell’Osteria con una certa cadenza.
< Potrete dormire tranquillo: l’uomo con la lampada, che già v’ha salvato, non vi perderà d’occhio. C’incontreremo domattina all’ostaria del Gallo. Buona notte, Mastro -
E, in un attimo, il Nonno scompare tra la nebbia senza il minimo rumore mentre il portone si socchiude e l’oste mi fa cenno d’entrare senza chiasso che l’ora è tarda, i suoi ricchi ospiti dormono e non amano essere disturbati.
La stanzetta è al secondo piano, ha un camino con delle braci rosseggianti ed un bel letto.
Scopro che il materasso di piume sia, per i mei affanni, duro quanto i ciottoli di fiume.
Di dormire non se ne parla proprio. Accidenti a me e alla mia idea delle buone polpette! Credo che mi rimarranno indigeste e cammino nervosamente dal camino alla finestrella.
Incrociar la Monna dall’orrido ghigno e vederla da vicino non mi ha sollevato il morale.
Ricerco nella memoria le fattezze dell’uomo dalla Pelle Lucida e dei suoi ‘amici’. L’uomo
giovane dal profilo “affilato” che pare esser un Capitano di Ventura. L’orbo sicario lo
ricordo assai, del quarto rammento solo il ricco giustacuore marrone .
Poi la frase sulla consegna di un “Basilisco” vicino a Forlì, informazione che per poco
non m’è costata cara… Come s’io sapessi cosa sia un ‘basilisco’!
Ma cosa ci faceva, poi, nell’Ostaria il Nonno camuffato da nobile del contado, tutto intento a circuire, rozzamente, l’ostessa?
Che egli, parere dello Scannabecchi, ci ha la ‘mano’ fatata con le monne e ne abbia conquistate molte e, tuttora, non gliene ammanchino… Si dice in giro che abbia maestria somma nel narrar di viaggi in terre magiche, che abbia una voce che faccia vibrare l’animo delle incaute e non esiti ad offrir vino degno di una Contessa ad una risciacqua piatti…
Lo frequento, con gran discrezione da un anno, ma devo ammettere che egli è sempre fonte di novità. V’è chi asserisce che servì in gioventù come semplice alabardiere nelle milizie del Comune e ben vi si distinse, tanto che ne fu promosso.
V’è chi spergiura, poi, che s’imbarcò come marinaio per la nostra marina e compì lunghi viaggi fin oltre le colonne d’Ercole. Ed attualmente, un po’ avanti con gli anni, sia divenuto un abile birocciaio ben conoscendo strade, sentieri, carri e cavalli.
Insomma un brav’uomo dal cervello ‘fino’ e dalla vita avventurosa.
Ed or ho scoperto che sappia camuffarsi come certi guitti san far per recitare nelle commedie. Che il cappello e l’orrida cicatrice l’hann reso irriconoscibile anche a me!
Così meditando mi son fermato davanti alla finestrella, con lo sguardo affondato nel buio. Invisibile a tutti che ho ben spento la lampada ad olio che rischiarava la stanza.
Mi sto chiedendo se nell’ombra della via non vi sia un sicario, che la mia paura non s’è ancora dissolta del tutto.
Sobbalzo, sorpreso, con un gemito in gola! Sprizzano scintille di un acciarino sotto un portico poco distante. Alla luce della lampada, lampada cieca, vedo un cappello a tesa larga da pellegrino che lentamente si solleva ed infine il viso di colui che chiamano Esule che mi fissa.
Si tocca la falda in un saluto ironico, la lampada si spenge ed è buio.
La mia ombra, proiettata dalle braci del camino, sui vetri della finestra m’ha fatto individuare ed egli ha voluto tranquillizzarmi.
Vado a sdraiarmi e, nel buio, ripercorro le mie meditazioni.
Che diavolo sarà questo “basilisco”? Roba importante che costa già una vita e promette di costarne altre…Ma ciò non mi aiuta…

Le peripezie di Mastro Zefirano proseguiranno nell’episodio

OSTARIA IL SOLE nei Ranocchi – Buone frittate