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La Garbatella

 

 

La Garbatella è la zona urbanistica 11c dell'XI Municipio del comune di Roma. Fa parte del quartiere Q.X Ostiense.

La parte più antica dell'urbanizzazione, per essere stata progettata e realizzata in modo strutturato, con uno stile architettonico individuabile e in un periodo relativamente conchiuso (tra gli anni venti e trenta), è spesso considerata un "quartiere", al di là delle definizioni amministrative.

Il quartiere fu fondato negli anni venti sui colli che dominano la Basilica di San Paolo fuori le mura. L'origine del nome è tuttora oggetto di discussione: secondo un'ipotesi molto diffusa, il quartiere prenderebbe il nome dall'appellativo dato alla proprietaria di un'osteria che sarebbe sorta sullo sperone roccioso che sovrasta la Basilica di San Paolo fuori le mura (sul lato sinistro dell'odierna via Ostiense, provenendo da Porta San Paolo), presumibilmente all'altezza del Sepolcreto Ostiense e pertanto a ridosso di Via delle Sette Chiese, via che collega la basilica paolina alla Basilica di San Sebastiano fuori le mura, che dal XVI secolo era meta di pellegrinaggi per la visita alle sette chiese di Roma. Tale ostessa - una donna di nome Carlotta (o Maria, secondo altri studi)[senza fonte] - sarebbe stata tanto benvoluta dai viaggiatori che chiedevano ostello presso la sua locanda, da meritare il nome di "Garbata Ostella", successivamente sincopato in "Garbatella"[2]. Le ragioni del favore concessole, risalirebbero alla sua caritatevole attitudine verso i bisognosi, anche se un'interpretazione più maliziosa accosta una simile "garbatezza" a favori sessuali che, si ritiene, fosse usa concedere ai viaggiatori. Una seconda ipotesi sul nome "Garbatella" vuole invece che esso derivi dall'amenità del luogo; mentre un'ultima interpretazione, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto "a barbata" o "a garbata" *nella quale le viti vengono appoggiate ad alberi di acero od olmo) in uso nei terreni detti "Tenuta dei 12 cancelli" (comprendenti l'attuale Via delle Sette Chiese), posseduti nel XIX secolo da monsignor Alessandro Nicolai, ministro dell'agricoltura di papa Gregorio XVI.